Allo scoppio della guerra il medico cristiano Nabil Antaki decise di rimanere in Siria e guidare un gruppo di volontari in prima linea tra i più bisognosi. Oggi dice: «Togliete le sanzioni che ci affamano»
Ha vissuto nella città siriana tutti gli anni della guerra. Ma ora il Coronavirus l’ha portato via. La morte del francescano libanese fra Edward Tamer, un simbolo dell’avanzata del Covid-19 in Siria
Toni e Nadine sono due giovani cristiani cresciuti nella città siriana martoriata dalla guerra. Negli anni più bui, hanno scelto di restare. E oggi raccontano come provano a guardare avanti, nonostante tutto
La città siriana distrutta dai bombardamenti è al centro del progetto del quattordicenne Mohammed Qutaish che, in tre anni di lavoro, ha realizzato un modellino di carta rappresentando l’Aleppo dei suoi sogni. Dallo scorso dicembre la sua opera ribattezzata «Future Aleppo» è esposta a New York.
In un libro la testimonianza del francescano parroco nella città martoriata: «La soluzione per la Siria è nelle mani dei potenti della Terra. La comunità internazionale deve manifestare la vera volontà, attraverso i fatti, di cercare il bene del popolo siriano, derubato della sua dignità».
La testimonianza di Hanan e Monique, suore del Buon Pastore: «Guardiamo alle sofferenze delle persone per trovare la forza di dire basta. L’Europa può fermare la guerra. E il primo passo è semplice: fermare la vendita delle armi»