“Un’opera consistente, coerente e memorabile”. Così definisce l’insieme delle fotografie di Leone Nani padre Bernard Jacquel, responsabile della mostra che verrà inaugurata questa sera nel cuore di Parigi.
Domenica 18 ottobre è la Giornata Missionaria Mondiale. Una riflessione sulla missione, dal Myanmar. «Nella missione il punto non è capire, dedurre o fare qualcosa, quanto “lasciar-essere Dio”, così com’è. E lasciar-fiorire la Grazia»
Durante la veglia missionaria della diocesi di Roma l’impatto è che sia ben rappresentata la Chiesa universale, ma poco la Chiesa locale missionaria. Resta l’impressione di un calo della sensibilità e dell’interesse delle comunità e dei gruppi ecclesiali in Italia per le veglie e le giornate missionarie.
I missionari italiani sono scesi negli ultimi vent’anni da 20mila a 8mila. E sono molto invecchiati. «Ma la partenza “mite” dei giovani che trascorrono anche solo un periodo in missione è una ricchezza nuova del nostro tempo», sostiene il vescovo Francesco Beschi, presidente della Commissione Cei per l’evangelizzazione dei popoli
La missione non è ideologia. Lo dice chiaramente Papa Francesco nel messaggio per la prossima giornata mondiale del 18 ottobre, quando si chiede: “Chi sono i destinatari privilegiati dell’annuncio evangelico?”. E indica la risposta, che “è chiara e la troviamo nel Vangelo stesso: i poveri, i piccoli e gli infermi, coloro che sono spesso disprezzati e dimenticati, coloro che non hanno da ricambiarti”.
Chi sono i destinatari della missione? La risposta che dà papa Francesco è chiara e la troviamo nel Vangelo stesso: i poveri, i piccoli e gli infermi, coloro che sono spesso disprezzati e dimenticati, coloro che non hanno da ricambiarti
Proclamando santo il francescano Junipero Serra, l’evangelizzatore della California, papa Francesco ieri a Washington ha tracciato un bellissimo profilo dello stile della missione «ad gentes» oggi: «La missione nasce dal fare esperienza una e più volte dell’unzione misericordiosa di Dio»
Dal 1990 attraverso l’Associazione Laici Pime alcuni laici hanno scelto di dedicare qualche anno della loro vita alla missione, ispirandosi al carisma del Pime. Ora hanno raccolto in un libro questi 25 anni di una storia che – come scrive nella prefazione padre Franco Cagnasso – non ha la smania di mettere in piedi grandi opere, ma mira solo a riconoscere un’amicizia.