Stasera si chiude What Design Can Do Challenge, il concorso promosso dall’UNHCR con Ikea per trasformare il design in qualcosa di utile per i rifugiati. Dal centro di accoglienza a impatto zero al camion-bar gestito dai migranti: l’accoglienza passa dall’originalità.
Chiudere o non chiudere, questo è il dilemma. Sono anni che la decisione di svuotare Dadaab, il più grande campo di rifugiati al mondo, continua a rimbalzare da una parte all’altra senza trovare una soluzione. Un gioco alquanto brutale per gli oltre 300 mila profughi, in maggioranza somali, alcuni dei quali residenti nel campo dal 1992.
Il testo della dura presa di posizione del cardinale arcivescovo di Chicago sugli effetti dell’Executive Order contro i rifugiati provenienti dai Paesi musulmani. «Un provvedimento contrario tanto ai valori cattolici quanto a quelli americani». E ricorda le parole di papa Francesco al Congresso: «La misura che usiamo per gli altri sarà la misura che il tempo userà per noi»
A otto anni Maria Barghouthy dimostra un talento straordinario per la pittura. Mentre ad Aleppo sono ripresi durissimi i bombardamenti, a Damasco i suoi lavori ritraggono con uno sguardo fuori dal comune il conflitto siriano e il dramma dei rifugiati
Il 19 settembre, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ospiterà un Summit sul tema scottante dei migranti e dei rifugiati. Caritas Internationalis fa notare il divario tra gli impegni presi e le politiche concrete degli Stati
Circa 3 milioni di profughi e sfollati stanno affrontando una grave crisi umanitaria nel bacino del lago Ciad, che rischia di sparire nei prossimi quindici anni. Popoli in fuga da siccità e conflitti
Un rapporto del Transnational Institute rivela che i principali beneficiari dei contratti per la sicurezza dei confini sono gli stessi produttori e venditori di armamenti ai paesi del Medio Oriente e del Nord Africa.
Dopo la sentenza della Corte Suprema che ha dichiarato illegale l’accordo del 2012 con l’Australia per la detenzione dei rifugiati politici sull’isola i due Paesi si rimpallano le responsabilità sui 905 uomini rimasti nell’ex base navale. I vescovi: «Si trovi una soluzione realistica, che salvaguardi la dignità e i diritti umani»