Voi non vi rassegnerete

Una serata di digiuno e preghiera davanti alla Croce per la pace in Ucraina. Primo appuntamento di Quaresima al Centro Pime di Milano, venerdì 3 marzo alle ore 21, con don Stefano Caprio, sacerdote cattolico e docente al Pontificio Istituto Orientale, che ha vissuto a lungo in Russia, e padre Oleksandr Chorney, sacerdote ortodosso, parroco e cappellano delle carceri a Kherson
 

«La 366esima stazione»: la Via Crucis Ucraina

I volontari di Caritas-Spes Ucraina – da un anno in prima linea per assistere le vittime della guerra – hanno scritto una Via Crucis per questo primo venerdì di Quaresima che coincide con l’anniversario dell’invasione russa. La preghiera questa sera in streaming alle 19 ore italiana. Accompagnata idealmente da una Croce realizzata con i vetri delle case distrutte dai bombardamenti
 

Il vescovo del Donbass – Finis Terrae #1

Racconta i sogni dei giovani ucraini e l’ecumenismo quotidiano dove perfino le Chiese sono state trascinate in guerra il primo ospite del nostro programma “Finis Terrae. Storie oltre i confini”. Monsignor Maksim Ryabukha, giovane neo vescovo ausiliare dell’esarcato greco-cattolico di Donetsk, parla della propria esperienza nelle aree più colpite dal conflitto.
 

Papa Francesco per la Giornata della pace 2023: «Nessuno si salva da solo»

Nel messaggio per la ricorrenza che la Chiesa celebra il 1° gennaio una riflessione sulla ripartenza dopo il Covid alla luce delle conseguenze globali del conflitto in Ucraina: «Il virus della guerra è più difficile da sconfiggere perché non viene dall’esterno. Non possiamo pensare solo a preservare lo spazio dei nostri interessi personali o nazionali»
 

La domanda rimossa sul grano di Odessa

Dopo tre mesi di guerra abbiamo finalmente capito che senza i cereali ucraini e russi buona parte del mondo oggi rischia la catastrofe umanitaria. Adesso potremmo cominciare a chiederci anche il perché. Alla vigilia di un nuovo importante vertice del Wto in programma a Ginevra dal 12 giugno che rischia ancora una volta di sancire un nulla di fatto sulla riforma delle regole di quei meccanismi globali che in nome del “libero scambio” penalizzano le agricolture dei Paesi a basso reddito
 
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